Lorenzo Dellai - Presidente della Provincia autonoma di Trento

Se noi volessimo cercare un elemento in grado di sintetizzare in modo efficace quel che noi inten¬diamo per economia identitaria, che si fa anche cultura e storia e memoria, non potremmo far altro che rivolgerei al «legno», a quella materia cioe’ che racchiude in se’ la naturalita’ della sostanza, la malleabilita’ della lavorazione e la versatilita’ delle coniugazioni e dei prodotti.

Il legno e’ stato da sempre amico dell'Uomo, accompagnandolo fin dagli albori piu’ lontani della ci¬vilta’ come strumento capace di procacciargli cibo, di essere arma di difesa (e, ahime’, anche di offesa), di scaldarlo al freddo e di tenerlo a galla sull'acqua ... Il legno come casa, ma anche come mezzo di trasporto; il legno come utensile nei campi e in bottega, ma anche il legno come ornamento, come prodotto d'arte, come scultura, come «bellezza»!
E’ anche per questi motivi che una «Triennale Internazionale del Legno» costituisce uno scrigno di documentazioni, di attestazioni e di evocazioni prezioso: occasione di incontro per chi il legno lo produce, lo lavora, lo trasforma, lo mette in vendita, ma anche un incrocio di idee e di provocazioni, di innovazioni e di nuove dimensioni. Il governo della Provincia di Trento e’ cosi’ seriamente cosciente dell'importanza del legno, sia per l'economia, sia per la tutela della nostra identita’ alpina, da aver predisposto apposite regole e norme legislative per un'ottimale gestione della risorsa forestale, che sono considerate all'avanguardia in Italia e additate ad esempio in Europa, mentre dall'altro sono state messe in campo tutte le misure neces¬sarie per la formazione degli addetti del settore, ma anche per spingere i produttori a innovare tecniche di produzione e di trasformazione in modo da poter affrontare a testa alta il mercato addirittura mondiale.
E vi posso garantire che lo stupore dipinto sul volto dei tecnici e dei sismologi di ogni parte del mon¬do, che lo scorso anno (2007) hanno assistito, a Tokyo, al «maltrattamento» di una casa alta venti metri e di sette piani costruita con legno trentino e che ha saputo resistere a un terremoto artificiale della stessa violenza di quello che dodici anni fa aveva provocato in Giappone seimila morti, la dice lunga su quella che e’, per noi Trentini, la «tradizione del legno». Il medesimo stupore dipinto negli occhi delle maestre e dei bambini cileni, quando sempre nel corso del 2007 è stato inaugurato il primo Asilo Nido del Cile, realizzato intera¬mente in legno grazie all'apporto tecnologico e progettuale dell'Universita’ di Trento.
Il legno e’ «calore» ed e’ armonia, e’ melodia di casse di risonanza che strappano alle sette note mu¬sicali le arie e le modulazioni piu’ pulite e dolci.
Il legno e’ «calore» ed e’ storia antica, come la piroga scolpita nel tronco di un grosso albero dai pa¬lafitticoli di Molina di Ledro, e oggi in mostra nel locale Museo-Antiquario.
Il legno e’ «calore» ed e’ velocita’, quando l'anima degli alberi si trasforma nell'anima degli sci piu’ leggeri e potenti. Il legno e’ «calore» ed eleganza, quando accarezziamo la superficie di velluto delle scultu¬re fassane, che promuovono il cirmolo o l'abete o il ciliegio a creature di fantasia che sanno di opera d'arte a tutti gli effetti. Il legno e’ «calore» e solidita’, e’ ornamento per l'edilizia ma anche reperto di architetture tradizionali di fienili e di masi  piantati in mezzo ai campi e ai pascoli.
Di legno dorato e dipinto sono le statue religiose a noi più care; di legno riarso dal sole sono i croci¬fissi agli incroci delle strade di campagna; sempre di legno sono oggi le case costruite con i criteri dell'edi¬lizia biologica e il legno brucia ancora, in ciocchi o in trucioli, nei focolari, nei caminetti e nelle stufe a olle di molte nostre case.
Una Triennale Internazionale del Legno a Trento, quindi, non ha altro significato che quello di ricol¬locare il legno nella sua naturale «culla», per riconfermarlo come perno del nostro territorio e della nostra storia. Ma una Triennale che ha per oggetto il legno e’ lì, anche, ad ammonirei sui pericoli che in futuro potremmo correre, se non avremo l'accortezza di pianificare lo sfruttamento equilibrato e razionale di que¬sta risorsa e se non metteremo in campo tutti gli strumenti e gli accorgimenti piu’ moderni per una oculata coltivazione, conservazione e valorizzazione delle foreste.

  
Lorenzo Dellai

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